TAI CHI CHUAN E PARKINSON
A proposito di tai chi chuan e Parkinson questa è l’intervista rilasciata dalla Dott.ssa De Pandis del Centro Parkinsoniano del San Raffaele Cassino dove da alcuni anni è stato avviato un protocollo di sperimentazione sull’utilizzo del Tai Chi Chuan nella malattia di Parkinson.
” La scelta Tai Chi Chuan come strumento da utilizzare per un allenamento terapeutico nelle persone affette da malattia di Parkinson, nasce perchè questa disciplina nei suoi diversi stili (YANG, CHEN, WU ecc.) ha alcuni fondamenti che coincidono con il razionale stesso delle tecniche di riabilitazione motoria che noi utilizziamo. Queste caratteristiche rendono la tecnica particolarmente efficace ed utile alle persone con malattia di Parkinson in quanto il deficit attentivo associato al deficit della rappresentazione corporea indotta dal deficit di integrazione sensori-motoria, è alla base di disturbi di postura e di equilibrio oltre che di motricità globale in questa malattia.
Pertanto tale tecnica lavorando su stimoli attentivi interni ed esterni, quali la concentrazione, la postura, le sequenze motorie, l’equilibrio npon fa altro che ricostruire costantemente una mappa neuronale che reintegra concretamente la rappresentazione psico/corporea/respiratoria/motoria, una sintesi che lavora con un razionale teorico che è alla base dell’approccio riabilitativo nella malattia di Parkinson.
Obiettivo dello studio è stato quello di valutare gli effetti indotti dalla pratica del Tai chi chuan su una selezione di malati in fase stabilizzata di malattia valutando in modo specifico la marcia, la postura, e la percezione soggettiva del miglioramento. Il San Raffaele Cassiano dispone di un laboratorio peer lo studio del movimento (Gait analysis) che consente la rilevazione delle grandezze cinematiche (spostamento nello spazio, velocità, accelerazione), dinamiche (forze coinvolte nel movimento e nella postura) ed elettromiografiche (muscoli attivati).
Quindi con la collaborazione del Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano , è stato progettato uno studio controllato randomizzato in cross over per verificare l’efficacia dell’allenamento terapeutico con il Tai Chi Chuan in pazienti affetti dalla malattia di Parkinson.
I Pazienti sono stati valutati sia per quel che riguarda l’aspetto motorio (velocità del movimento, lunghezza del passo, fluidità del movimento), la stabilità posturale ( stabilometria e forze del terreno, diario delle cadute) che per quel che riguarda l’aspetto neurologico (la qualità della vita, l’umore, la percezione di benessere). I dati preliminari indicano chiaramente un miglioramento delle performance motorie globali, una riduzione delle cadute ed un miglioramento della percezione soggettiva del benessere psicofisico oltre che di altri dati relativi alle scale di valutazione sulla qualità della vita.”